L’esperienza e la diligenza del buon lettore mi suggerirebbero che le opere il cui inizio è noioso, incomprensibile, poco fruibile o lento sono solo raramente destinate a cambiare ritmo più oltre, e che anche qualora lo facessero, risulta essere troppo tardi. Certo, abbiamo dei “soliti noti”. Aspettate che martelli le mie tesi sulla porta della chiesa : *thunk!* Non apprezzo particolarmente lo “scalino” della festa di Bilbo nel Signore degli Anelli *thunk!* specie quando seguita dalla violenza psicologica del Consiglio di Elrond *THUNK!* ma non è nulla in confronto al suicidio della narrativa che è l’inizio del Nome della Rosa *thunk!* parliamo poi della famosa lentezza narcolettica del Trono del Drago di Tad Williams — il cui protagonista più che un quattordicenne mi sembra sia affetto dai problemi del narratore di Fiori per Algernon . Eppure… tutti questi libri sfruttano l’inizio per catapultare il lettore consapevole e paziente nella vicenda. Questo prologo molto meta era per d...
perchè l'hallucigenia non è un'opinione