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Visualizzazione dei post da 2019

I Pochi Dei

— Sei mesi prima della nascita dei Pochi Dei, Tetrono arringa il Concilio di Viceste “Secoli interi sono trascorsi da quando i nervosi Akralliti partorirono la prima generazione di filosofi tanto curiosi da sondare le fondamenta del mondo. Furono essi coloro che inquietarono i Molti Dei. Gli Dei, lo sapete bene, sono usualmente silenziosi e indifferenti, e riesco a malapena a immaginare a quali oltraggi siano stati sottoposti fino a indignarsi! Lo scontro si è quietato solo dopo molti anni e molti tormenti, miei concittadini, e Statuti, Alleanze e Franchigie sancite e protette dalla tradizione hanno fatto sì che nessuno più si abbandonasse ad atti di oscena villania nei confronti dei veri padroni del mondo, che noi sempre onoriamo. Nessuno qui agita le dita col segno della latrina nei templi, né incita le proprie figlie a porgere le terga denudate agli idoli. E nessun Dio fa ingoiare a una Tarasca un intero contado né vomita una piaga di lucertole bavose sui nostri giacigli. Fino ad

"Gardens of the Moon", ovvero "I giardini della luna" di Steven Erikson. Recensione in italiano

L’esperienza e la diligenza del buon lettore mi suggerirebbero che le opere il cui inizio è noioso, incomprensibile, poco fruibile o lento sono solo raramente destinate a cambiare ritmo più oltre, e che anche qualora lo facessero, risulta essere troppo tardi. Certo, abbiamo dei “soliti noti”. Aspettate che martelli le mie tesi sulla porta della chiesa : *thunk!* Non apprezzo particolarmente lo “scalino” della festa di Bilbo nel Signore degli Anelli *thunk!* specie quando seguita dalla violenza psicologica del Consiglio di Elrond *THUNK!* ma non è nulla in confronto al suicidio della narrativa che è l’inizio del Nome della Rosa *thunk!* parliamo poi della famosa lentezza narcolettica del Trono del Drago di Tad Williams — il cui protagonista più che un quattordicenne mi sembra sia affetto dai problemi del narratore di Fiori per Algernon . Eppure… tutti questi libri sfruttano l’inizio per catapultare il lettore consapevole e paziente nella vicenda. Questo prologo molto meta era per d

Recensione del ciclo di Inda di Sherwood Smith: "Inda", “The Fox”, “King’s Shield” e “Treason’s shore” (in italiano)

Ho letto il ciclo di Inda in qualche mese, finendolo l’anno scorso dopo alcune lunghe pause. A seguito della mia recensione del primo volume , mi trovo piuttosto in imbarazzo a cercare di sezionare la narrazione dei successivi. Sherwood Smith non ha avuto alcun vero riguardo per la convenzione di circoscrivere degli archi narrativi all’interno dei singoli libri. Quindi scriverò questo post come un unico blocco: non riesco a suddividere abbastanza la storia per fare singole “recensioni”, soprattutto perché non intendo fare spoiler. Quello che segue si riferisce a una quadrilogia di titoli: “Inda” “The Fox” “King’s Shield” “Treason’s shore” La storia inizia con una scena particolare: la Smith ha un qualcosa di sinestetico, si riesce a percepire nettamente come la sua struttura narrativa venga generata per accrezione come le galassie, a partire da scene molto vivide. Un bambino e una bambina si preparano a un addestramento per la guerra: i maschi attaccheranno una fortezza, le