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Visualizzazione dei post da luglio, 2018

"The Orenda" di Joseph Boyden (recensione italiana/English review)

   The Orenda è un libro che vale la pena che il cuore umano prova nel leggerlo. Il suo mood non è mai scanzonato, nessuna vittoria è facile, nessuna gioia permanente, vergogna e speranza prendono forme misteriose ed evanescenti e sfuggono all’abbraccio della mente. Non c’è nulla che sembri conformarsi alle aspettative, quando ci si ritrova nella desolazione verde e bianca dell’Ontario e del Quebec del 17° secolo. Immaginatevi una terra esotica: i laghi sono grandi come mari interni, e metà dell’anno è prigioniera sotto metri di neve, con temperature basse abbastanza da uccidere un uomo in pochi minuti. Il resto è un gioiello verde e paludoso, zanzare e black-flies fitte abbastanza che ti conviene affumicarti per tenerle lontane. Il territorio, apparentemente selvaggio, è invece pesantemente antropizzato, al punto che le foreste di quel periodo oggi non esistono più - erano strutturate perfettamente per promuovere castagni americani e aceri dalla linfa dolce, e il sottobosco veniva r

Akata Witch, di Nnedi Okorafor (recensione italiana/English review)

La Okorafor è di origini nigeriane, ed è vincitrice dei premi Hugo e Nebula per un suo romanzo breve (intitolato “Binti”). Akata Witch è invece un urban fantasy scritto per un pubblico dell’età delle scuole medie. Questo significa, in parole povere, che non ci sono parolacce e che il sesso, per quanto sia all’incirca considerato come qualcosa che esiste, non è esattamente il motore della trama. Però c’è una partita di calcio, non lo so, per me è un buon sostituto. Ora, questo urban fantasy è certamente ambientato in una città, ma visto e considerato che la città in questione è Aba, Nigeria, non è molto familiare per il lettore italiano, che comunque può godersela senza sentirsi smarrito perché lo svolgersi delle vicende è seguito dagli occhi di una dodicenne nata a New York, e trasferita nel paese dei suoi genitori. La nostra protagonista si chiama Sunny, ed è un’albina, una circostanza che in Nigeria ti può costare la vita, e non solo per il cancro alla pelle, ma anc

"Il dardo e la rosa" oppure "Kushiel's Dart", di Jacqueline Carey (recensione italiana/English review)

Giudico questo romanzo al di sopra della media nel mio personale indice di soddisfazione, ma sono anche certo che avrebbe potuto essere meglio, soprattutto vedendo come migliora durante il suo svolgimento. È comunque un testo che mi ha fatto storcere il naso a livello umano. Non approvo affatto il modo con cui la protagonista, Phedre, vede il mondo, né come vede il proprio sesso, né come la sua cultura gestisce tali interazioni sociali. È comunque una faccenda da studiare con neutralità: parliamo di un altro mondo, una cultura aliena, in cui la magia esiste. Non è giudicato come perfetto neppure dalla protagonista, e sicuramente neppure dall’autrice - i mondi utopici non sono il massimo per i romanzi, dopotutto. Diventiamo mitologici, e parliamo dell'ambientazione: in questa realtà alternativa il Dio della Bibbia è anche meno simpatico che nella letteratura sacra del nostro pianeta, e la Madre Terra è una dea di pari importanza. È Gesù è un ebreo e così anche i suoi seguaci… ok

"The Healer's Road" di S. E. Robertson (recensione italiana/English review)

Un simpatico piccolo libro, e si tratta di un'opera inusuale. Si tratta di uno slice of life allo stato puro come non ne esistono in poi così tante guise, se non siete degli aficionados degli anime giapponesi (e anche il quel caso, il problema è la vostra tolleranza verso il fanservice e gli elementi ricorrenti con puntualità degna della commedia dell’arte). Questo libro parla del rapporto tra una ragazza e un ragazzo in un mondo fantasy, MA... c'è un grosso "ma". Non contiene né elementi eroici né tanto meno romance. Correggo il tiro, dai, perché potrei risultare ingannevole: non ho mai notato una grande differenza a livello concreto nella gestione della trama di un rapporto di amiciza vs. una relazione amorosa. Se ritenete quindi che l’amicizia sia romance, questo libro è pieno di romance. 100% romance. Eroismo e supereroismo invece no,  non ne troverete un grammo fra queste pagine. Il racconto segue la ventenne Agna Despana, una ragazzina immatura, ricca e fr

"The Blade Itself" by Joe Abercrombie (recensione italiana/English review)

Un libro sorprendente. Mi aspettavo crudeltà grimdark e costante sovversione delle premesse del genere fantastico e dei suoi luoghi comuni, ed è quello che ho ottenuto. Ciò che non m'aspettavo è un ritratto delicato, quasi umoristico della condizione umana, delle sue fragilità e debolezze, e una tale cura alla rappresentazione emotiva. Tutti i personaggi con il POV in questo libro sono visti da vicinissimo; e sono patetici. Il grosso barbaro è così stanco e groggy da essere diventato un vigliacco con la miccia corta, incapace di esprimere il proprio trauma. Il ragazzino militare ricco è intellettualmente ed emotivamente sottosviluppato, e non ha mai davvero vissuto un'esperienza reale perché è ancora un bambinone intrappolato nel solipsismo dell'adolescenza. L'inquisitore è una versione finita male del personaggio precedente, un tronco umano rancoroso che non è capace di smettere di andare avanti. Tutti crescono, tutti falliscono nel tentativo. Sembrano cambiare, sì,

"I superstiti di Ridian" di Marta Duò

Un buon romanzo distopico di fantascienza, che non attutisce i colpi e non si spaventa di fronte a messaggi molto chiari, rasserenati e resi frizzanti da qualche vivace spruzzata di nichilismo. I personaggi sono interessanti, anche se personalmente avrei gradito un po' più di dialoghi con quelli di cui non si conosce il punto di vista, e non avrebbe guastato un po' più di approfondimento su ciò che motiva la protagonista. La trama è certamente interessante, le scene d'azione ben scritte, con un buon ritmo. Comprendo la scelta di una protagonista poco attiva per lunghe fasi del libro, ma neppure il cambio di punto di vista, consegnato a un coprotagonista molto differente, riesce a salvare completamente il dinamismo della zona centrale, in cui la nostra main character sceglie di interpretare il ruolo del budino. Probabilmente non è un difetto, bensì una feature, come direbbero nella Silicon Valley, del messaggio bieco e spietato dell'autrice. Non inviterei a

"The Deed of Paksenarrion" series by Elizabeth Moon (English review)

Well, I never read anybody else writing from the perspective of an asexual female paladin from D&D, so this is a first, and probably it will be also a last. The first book is very, very raw and kind of stuffy, like a teenager who wouldn't really loosen up. There is a lot of military life, and not much thinking. The MC is almost a mistery because we are more told than shown what she feels, and very little at that. Probably an editor cut away a lot of "telly" content, but the author didn't fill up the void. That's better than telly all right, though. It was a pleasurable, if a bit pedantic read, and I never got disturbed by the ripped-from-D&D worldbuilding. I grew up with the stuff. The second book starts tragic, it's very bad sword and sorcery with unconvincing characters and a dumbfounded, impenetrable protagonist. It ends up grand, with the author finally delving into Paks' thoughts and feelings. It's kind of like our girl finall

"La via dei re" o anche "The Way of Kings" di Brandon Sanderson (recensione italiana/English review)

Questo libro, lo ammetto, non è stato così facile da leggere. Io non sono proprio un fan maniacale di Sanderson, e qui abbiamo un'incarnazione dei motivi per cui mi fa storcere il naso. È un libro molto bello, senza gravi difetti tangibili, ma... la prosa è utilitaristica, l'inizio lento, la struttura proiettata verso il futuro del plot e con scarse concessioni al piacere immediato. Lasciatemi cercare il pelo nell'uovo. È un uovo di struzzo, sia chiaro. È davvero pazzesco trovare persone che si lamentano di Tad Williams o Umberto Eco per le partenze lente, quando 500 di queste 1000 pagine sembrano una gigantesca introduzione, e abbiamo per le mani un mega bestseller super popolare da classifica del NYT, che in teoria dovrebbe essere fruibile come i popcorn. È evidente che il lettore medio è un individuo coriaceo! Tale coraggioso lettore viene ripagato ampiamente nelle ultime 250 pagine, venga messo agli atti. Nel mio caso specifico non mi sento contr

"Six of Crows" di Leigh Bardugo (Recensione italiana/English review)

 Questo libro è un libro di canaglie, frodi, colpi arditi e malviventi. Per questa ragione, si presta meno di altri a un parere dilungato. È a mio parere scritto più che decentemente e dotato di un ritmo incalzante, pieno di sorprese: farei troppi spoiler che rovinerebbero il piacere della scoperta. Ma torniamo a Six of Crows: si parlava di malviventi, e siccome questo libro è uno YA, sono tutti teenager. Certo, al lettore adulto viene da sospirare quando vediamo il nostro giovane capo criminale che assembla una gang dei migliori furfanti della città... e guarda caso sembrano una nazionale under-21. Ma sapete cosa? Questo non mi dà fastidio, mi fa solo sogghignare, perché penso al lettore a cui è rivolto e sono contento che ci si possa ritrovare. Questi personaggi-ragazzini hanno indipendenza, intelligenza, e vincono attraverso la spietatezza e l'intelligenza, e solo occasionalmente un po' di magia. Scrivere YA vuol dire anche accettare i propri lettori senza disprezzo, e f

"Magdeburg. L'eretico" di Alan D. Altieri

Ad Alan D. Altieri piacevano le parole. Non tutte, solo quelle che avevano un suono figo. Gli piacevano così tanto che le usava ancora e ancora. E poi di nuovo e un'altra volta. Simulacro... Rostro... una manciata di sostantivi jolly. Secondo la legge dell'orologio rotto, almeno in qualche caso le avrebbe dovute usare pure a proposito, considerate le ripetizioni. Ma "Magdeburg" va così contro natura che neppure quello è mai successo tra le sue pagine. Questo libro è un'insalata di parole che non si innalzano alle spaventose vette del riuscire comunicare un significato, fallendo dove persino qualche gorilla è riuscito con il linguaggio dei segni. È un'accozzaglia di frasi vomitate in disprezzo non solo della storia europea, ma anche dell'anima della letteratura fantastica. Posso solo riassumere il mio giudizio con un: non mi è piaciuto. Originariamente pubblicata su Goodreads

"The Year of Our War" di Steph Swainston

Questo è un bellissimo primo libro d'una saga ormai ben sviluppata, il cui genere potremmo definire tranquillamente "weird fantasy": in un'epoca in cui il fantasy classico ma appestato da elementi grimdark che sono nati stantii, Steph Swainston ci presenta un mondo originale, ma che non si sforza affatto d'esserlo a tutti i costi. Se apprezzate Brandon Sanderson e la sua creazione di mondi con regole balzane, credo che la Swainston l'abbia fatto prima e meglio, e al contrario di Sanderson scrive personaggi stuzzicanti, in cui è facile immedesimarsi, e non Naruto mormoni un po' troppo bidimensionali. E al contrario di China Mieville, non sembra trasudare una personalità fastidiosa, che a me ammorba dopo qualche decina di pagine. Le mie valutazioni sono del tutto soggettive, e non voglio suonare intransigente con gli autori che meglio si confrontano con questa scrittrice, ma se siete alla

"Red Sister" by Mark Lawrence (English review)

So, I’m not a Mark Lawrence diehard. I appreciated and read with great enjoyment Prince of Thorns and Prince of Fools, and while I have every intention to read the follow-ups, my reading list is so freaking huge that I really don’t want to invest months of my time on a series of books. I LIKE serialization in fantasy, nothing wrong with that at all, but I’m not a great client for a poor author. I read one book, I like it, and then it’s 3 years+ until I end up with the desire to face the following novel. That said, I really can’t wait to see what happens with Red Sister’s follow-ups, and will buy and read them as soon as they come out. Red Sister was that good. It is - together with Sherwood Smith’s Inda, my all-time favourite fantasy world, character cast, series, and with just one book out as I write this. It’s merciless, action-packed (without reading like an action flick in book form like Prince of Fools, which is not a problem per-se but felt strange and breathless

La nuova "White Wolf" e la 5a edizione di Vampire: il perché dei miei brividi di disgusto

 Riflessioni su un articolo a riguardo della nuova gestione della White Wolf, che trovate a questo lin k. [current White Wolf] "stated their determination to aim the 5th edition of Vampire: the Masquerade towards discussing today’s political landscape." Allora, punto primo: io non provo alcun desiderio di giocare nel milieu politico attuale perché la vita reale non è un GDR, e ci sono sufficienti elementi di distopia nelle condizioni attuali da farmi ritenere che piuttosto preferirei vivere in un Western alla John Wayne o in un Wuxia che in questa merda, e credetemi, sono due generi che detesto. Quanto al resto: questo articolo è gigantesco e ben motivato, ma io non ho bisogno di esso per dire che la nuova “White Wolf” non mi vedrà come cliente, anzi, mi vede proprio come detrattore. Background della mia posizione: la mia tarda adolescenza è stata plasmata dal vecchio Warhammer 40k (quello che si rendeva conto della propria assurdità) da un lato, e da un

"Cuore oscuro" o anche "Uprooted", di Naomi Novik (Recensione italiana/English review)

Siccome siamo in tema natalizio e potreste voler fare un regalo a qualche amico, specie se è ancora affetto da quella terribile malattia che è la gioventù (da cui tutti si guarisce, "I Giovani, i putti e gl'Huomini tutti s'hann'a incenerire, bisogna morire"), allora pesco fuori dal mio archivio delle opinioni quella che ho espresso su Uprooted, di Naomi Novik, anche perché ho scoperto che è stato recentemente tradotto in italiano con il titolo certamente meno ispirato di "Cuore Oscuro". Un titolo intelligente e che non sembri strizzare l'occhiolino alle atmosfere di Fantaghirò non ce lo possiamo avere, sorry. Per farvi un riassunto della trama, Agnieszka ha un sacco di consonanti e diciassette anni, l'età tradizionale per farsi ingabbiare in una qualche sorta di avventura fantasy. Come il nome fa forse intuire, ha l'ulteriore sventura di essere la vittima predestinata di un attacco massiccio di folklore slavo, e non perché

"Prince of Fools" by Mark Lawrence (English review)

Reads like a movie, quick, fast paced. The main character is funny, despicable and interesting. It's something completely different from the bland, plot-driven characters that are pretty easy to use as protagonists in fantasy and always end up being a comfortable avatar for the reader. Jalan is no proxy. He is a young, craven fop, and is paired with Snorri, 30-something viking warrior family man. They are a power couple of a different kind from Fahfrd and Grey Mouser, even if they partake of the same archetype, and they might be the kind of people you would never like to hang out with in real life. Some people object that the main character is whiny. So he is. He never, ever "navel gazes", though. He's a survivor, and besides Lawrence is really good at keeping a plot going, and his trademark is being very funny while writing about grim, horrible things. Funny-whiny is pretty rare on this side of Terry Pratchett, and thus I cherish it. The setting is,

"The Sea Wolf", by Jack London (English review)

  At times unwittingly comedic, this is really a good book to read, marred by some choices that may, or may not, be intentional. The campiness is all right, I really enjoy it, and also the "adventure book" format reminiscent of Stevenson of having an apparent protagonist who is mainly a narrator, while the apparent antagonist is really the protagonist. We follow our man Hump in his almost-middle-aged unwilling sea romp on a seal-hunting brig, where the captain, Wolf Larsen, single-handedly decides he is to spend the whole travel toiling to learn to be a virile manly man by basically kidnapping him. In virtue of being an academic literary critic, Hump is a sissy, but he rapidly becomes a swole sailor by sheer virtue of being a white rich man, which we all know that while easily induced by modernity to degenerate into listless soft kids, in fact all hide a core of steel. And are poor (white) men losers, instead? They might, or might not: that's for ge