
Sono poche le volte il cui rimango completamente perplesso davanti ad un film. Mi è successo ieri sera con Don't Look Now, collaborazione italo-inglese di Nicolas Roeg, con Donald Sutherland e Julie Christie. Il titolo italiano risente dannatamente della sua epoca, il 1973: A Venezia... un dicembre rosso shocking.
A dire il vero è un po' tutto il film ad essere invecchiato un po', quella vecchiaia che mostra le rughe e non crea nostalgia: colonna sonora orrenda, qualche zoom di troppo, i pochi effetti speciali sono così finti da far piangere.
Ma non importa. Lo studio dei personaggi è incredibile, l'interpretazione davvero splendida. E' proprio la pellicola di per se stessa ad essere assurda, con una trama che non ha un gran senso al di là di quello che lo spettatore gli vuole dare. Ci si può rincorrere per ore a cercare di decrittare le intenzioni del regista. Una lunga esperienza di seghe mentali mi ha insegnato che molto spesso il regista di intenzioni non ne aveva, ma non sta a me rovinare la magia :D.
Però questo film ha qualcosa di magico... Ma parliamo di magia nera. Si tratta di un lungo incubo intervallato di dolcezza, il racconto di una guarigione psicologica che fallisce, forse proprio per merito di chi desiderava, in origine, aiutare.
Va visto, a parer mio, anche se irriterà sicuramente per la presupponenza del regista. Vedrete quante scene vi saranno dannatamente familiari: tutte viste in film successivi, che ne hanno attinto a piene mani. In particolare, la sequenza finale avrà qualcosa di ben noto ai fan di Dario Argento.
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