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"Lirael" di Garth Nix (recensione italiana/English review)

Questo libro è strano, pur essendo perfettamente incasellato nello stereotipo del “secondo libro”. Questo seguito di Sabriel è, come vuole tradizione, è molto più esteso, complesso, molto meno compatto. Detto questo, l’autore coglie una serie di rischi terribili in un racconto per ragazzi - o YA che dir si voglia. Alcuni di questi rischi non restituiscono a piene mani l’impegno devoluto, ma è comprensibile.

Facciamo un esperimento: quanti di voi ODIANO Il Giovane Holden? Vedo molte manine alzate. Non voglio fare un paragone fra il capolavoro di Salinger e Lirael, ma capisco proprio bene la posizione di Garth Nix, io lo so perché ha voluto scrivere questi personaggi. È dura scrivere di ragazzi realistici, pieni di insicurezze e di punti deboli. Sulla carta è un’ottima idea, perché siamo un po’ tutti stufi delle signorine perfettine e dei giovanotti che sono delle frane a esprimere le proprie emozioni, ma sono lo stesso amati da tutti per il loro cuore d’oro. L'esecuzione, però, è impegnativa.

I ragazzini sono terribili, e molto giudicamentosi e facili da allontanare con un personaggio poco attraente. Non voglio porre il caso qui di Thomas Covenant, non siamo a quei livelli... Piuttosto del tipo di personaggio che non vuole diventare un eroe e vuole essere solo lasciato in pace, ecco. È anche il tipo di ragazzino che ero pure io, che tutti siamo stati anche solo per qualche tempo. Lo dico con una misura di senno di poi e con una dose di ingiustizia, non sono un adolescente né un giovane da un po’ di tempo. La lontananza concede freddezza: è mia opinione che il meno qualificato per capire la testa degli altri ragazzini è un loro coetaneo. I giovani sono dei narratori davvero inaffidabili, specie per quanto concerne se stessi.

Therefore, questo libro riguarda i ragazzi in una maniera in cui Sabriel non lo faceva, perché ci parla di giovani poco piacevoli da avere attorno. Lirael e Sameth, i protagonisti di questo secondo libro dedicato al Vecchio Regno, sono due tardoadolescenti che non hanno ancora imparato a trovarsi il culo con entrambe le mani, se solo qualcuno è così spietato da spegnere la luce. Sono davvero fastidiosi, ma i ragazzini SONO fastidiosi. Interpretano malissimo la realtà, e si mettono al centro di qualsiasi discussione. Il punto è che questa critica taglia davvero in profondità, fino all’osso. Ecco il rischio corso da Garth Nix: la carenza di equilibrio autocritico potrebbe escludere quei lettori che fanno fatica nel mettersi nei panni altrui, o viceversa voglio solo e soltanto scappare da se stessi. Lirael, come libro, costringe a fare la prima cosa, impedisce la seconda.

Ci sono poche scene d’azione, o meglio ci sono tanti conflitti e pochi sono quelli d’azione. C’è una costante lotta contro la vividissima mitologia di Nix, certo e posso dire che non è facile combattere contemporaneamente contro i non morti e la coda velenosa della pubertà. Lirael e Sameth sbagliano un sacco, soffrono un sacco e crescono parecchio, in maniera molto più netta e organica di Sabriel.

Il libro dà l’impressione d’essere lento, ma non lo è. Non mi sono mai annoiato, anche se la conta delle pagine è un po’ troppo impressionante. Come tante altre persone, trovo un po’ sgradevole l’ossessione di Nix per gli animali parlanti da assegnare come compari a ciascun personaggio. Nella trama ha senso, ma il punto è che per lo più vengono usati come macchine da esposizione, o da cui, ehm, estrarre divinità. Stessa cosa per le profezie e i personaggi preveggenti. Sono degli elementi integrati bene ma non vedo la necessità di scegliere questa strada in primo luogo. La “convenienza” di fatti, oggetti e personaggi è il punto più debole di Lirael. Sono delle grucce stupide.

Facciamo un riassunto: dico sì ai personaggi spiacevoli che crescono molto e vengono castigati per i propri errori. Dico no ai deus ex troppo frequenti. Ai difetti, tuttavia, cedo con un sorriso: nessuno può negare che Garth Nix scriva bene quanto un elfo di Lorien usa il proprio arco.

Un’ultima parola: il libro finisce in niente, si suppone vada letto assieme al seguito.

Illustrazione: fanart di Lirael e Sameth estratte da Old Kingdom Wiki.

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English review
Ok, this book is a strange beast. I would say this is exactly what a second book in a series looks like. Far more expansive, extremely less "tight", and not action packed at all. It's written because there was that Sabriel novel before it, even if they are only loosely tied. But the author took risks, took liberties, and it is not always rewarding. There is a pitfall for an author of fantasy and adventure, which is the desire to write a realistic character filled with insecurities and weak spots which spends his or her time doing pretty heroic stuff and dealing with the consequences.

The kind of people that don't want to be heroes, really, they are kids like us. Well, I was a kid like that, I sadly speak with a bit of hindsight, and probably LOTS of misconceptions about being young, but still, young people are the LEAST qualified to speak about other young people and are awfully unreliable as narrators when speaking about themselves.

So, this is a book about kids in the same way Sabriel was about kids. It's totally about people in their late teens who frankly haven't been able to get their shit together yet. Co-protagonists Lirael and Sameth are just such, and they are annoying. Kids are REALLY annoying, you know? They misinterpret everything and think only about themselves. Our MCs do this - A lot. They are supposed to cut pretty close to the bone for a young reader, which is the big risk. It happens just in the same way as in Catcher in the Rye, and Lirael gets a lot of flak for this. As I said, that's because kids are really bad at getting in other young people's shoes, or just want to escape from themselves: Lirael forces your hand at the first, doesn't really let you do the other.

This book has a lot of adventure, and our MCs fight against the incredibly vivid Garth Nix mythology, and it's really not a fair fight when you are also trying to survive the bitter poisonous tail of puberty, and while Sabriel was a very task-oriented young person, Lirael and Sameth are blatantly not. But they do mature, and they do hurt, and they fail and do a lot of wrong stuff it's painful to watch.

I would say this book is slow going, but it's not. I never got bored, if at times I got slightly annoyed by the page count. I also find awkward and strange and unappealing the deep need Garth Nix has to assign a sentient animal companion to each MC (there's obviously reasons for that, but I won't spoil). They work as deliverers of both exposition and deus ex machina. There's a lot of setup for it, still I don't really get the need to go that way in the first place, and also I'm not really a fan of prophecies and clairvoyant helpful NPCs, magical objects conveniently (or singularly inconveniently) appearing at the time of need and so on and so forth, which are damnable crutches this book features in droves.

So to summarize: a big plus for the unappealing main characters that do a lot of growth; a big minus for the underhanded deus exes; and finally a lot of forgiving smirks. I feel comfortable with forgiving the problems just for the utterly UNDENIABLE fact that Garth Nix writes like a Lorien Elf shoots his bow.

Also, a word of caution: this books ends in nothing. You are supposed to read the rest of the story in a following book.

Review originally posted on Goodreads.

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