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“The Thief Who Pulled on Trouble’s Braids” di Michael McClung (recensione italiana/English review)

Il titolo è lungo e rutilante di prosopopea, ma come libro, “The Thief Who Pulled on Trouble’s Braids” è rapido, caratterizzato da un ritmo serrato e tutt’altro che lungo. La trama di questo self-published è da popcorn, in senso buonissimo.

La protagonista è una ladra il cui dialogo interiore mi ricorda leggermente Harry Dresden, con il bonus che questa nostra simpatica ragazza non è un neckbeard un po' troppo petulante, un’accusa che è facile da rivolgere contro il mago-detective privato di Jim Butcher.

L’ambientazione è high fantasy “per gli altri”, nel senso che il MC è molto poco magico, e l’intero libro lo possiamo incorniciare facilmente in quel genere tutto particolare in cui seguiamo qualche giornata moooolto travagliata d’un protagonista criminale che nel cuore è una persona apposto. Se avete letto qualche altro libro di questo genere (o anche solo uno Sword and Sorcery o qualche altra narrativa picaresca) saprete già come continua la mia descrizione. Amra Tethys la ladra vive in un'antica enorme città peccaminosa, sporca e sovraffollata [✓ check], ha un passato tragico e problemi a dare fiducia al prossimo [✓ check] ed è piena di coltelli nascosti dappertutto [✓ check]. Con queste premesse, gli elementi della narrazione vanno a incastrarsi come pezzi di domino: si sprecano gli stereotipi sul conflitto poveri vs. ricchi, su assassini prezzolati con tanto di contratto, polizia corrotta che dialoga con l'esperanto della brutalità e malavita organizzata sulla falsariga delle Londra dickensiana.

Prendersela per queste cose vorrebbe dire prendersela con un saguaro perché è tutto fatto di cactus, l'importante - sorpresa! - è come gestisci la storia e questa è una storia di vendetta e magia con il pedigree. E per quanto i mattoni che costruiscono l'edificio siano sempre quelli, il mondo circostante è tutt'altro che generico e scontato. Di tutte le lezioni che ci possono dare su come scrivere le storie fantasy, quello di far sembrare profondo un mondo fantastico è tra le più vitali. Non importa che lo sia davvero, importa che tu lo percepisca come tale, e McClung ci riesce senza sforzo.

Un'altra regola vitale? Un protagonista che ti rende partecipe, e Amra Thetys è confortevole per tutti, anche se McClung non esita a farle accattare la simpatia facendole letteralmente salvare un cane (sì, il trope definitivo, forse secondo solo alla descrizione del personaggio che si guarda allo specchio). Se mi permettete il paragone ruolista, Amra è proprio come quel personaggio che uno dei tuoi giocatori crea SEMPRE quando non sa che fare, però vi siete trovati tutti attorno a un tavolo e bisogna sbrigarsi a far la scheda: avete fretta di iniziare la una nuova campagna! E un'oretta dopo l'inizio della partita, scopri che il vecchio personaggio non è poi così simile ai precedenti, e la sua interpretazione riserva sorprese e palle curve che strappano il sorriso a tutti quelli che stanno giocando.

Se state cercando un libro in inglese con cui cominciare a esplorare il mondo del self-publishing anglofono, e i suoi picchi di qualità ESTREMAMENTE elevati, questo è caldamente consigliato.

English review
This one's a doozy! Yeah, it's filled with fantasy thief stereotypes, but it has a sympathetic MC, a compelling and fast plot, is not too long, it has horrifying magic, not-so-immortal gods, and big plus, it's a revenge tale! Yeah, with a thief as a protagonist, you either get that or a heist.

Amra Tethys is a rugged rogue, hiding knives in her boots and never trusting anyone. Can she avenge a murder and survive with an occult valuable equally coveted by men and sorcerers? I can say her inner dialogue sounds like a less dorky and far more badass Harry Dresden, and that she has some brilliant lines and a lot of courage.

This novel is woundrous fun and can't be put down easily!


Originally published on Goodreads.

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