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Alcune riflessioni sulla scherma

Questo post è in realtà pubblicato "gemello" nel gruppo di Facebook della Septemcustodie. All'interno di questo testo troverete alcune riflessioni sul mio allenamento, sul mio stato fisico, sulle impressioni che ho ricavato da e su quest'attività. Non illudetevi che ve ne possa fregare un beneamato cazzo, sia chiaro sin dall'inizio. Semplicemente, mi sembrava piuttosto attraente scrivere un po' per me stesso, approfittando di avere un argomento.

Nonostante mi sia stato detto che alla Septem viene ben vista l'iniziativa personale, io ho deciso di non averne, e quindi scriverò del mio allenamento ottemperando ai desideri obliqui dei miei mentori.

Ho iniziato da zero con la scherma seicentesca durante la primavera di quest'anno. Sono più o meno stato un disastro dalla lezione n°1, confermando peraltro il mio immenso talento per essere un disastro ad ogni piè (dominante) sospinto, dimostrando di non essere in grado di stare dietro in fase di potenziamento neppure ad uno zombie haitiano e mettendo in particolare luce la mia assente coordinazione occhio-mano e i miei riflessi cadaverici.

Con il passare dei mesi sono fortunatamente migliorato, anche perchè peggiorare sarebbe un impresa alquanto difficile, e si sa bene che messo di fronte alle imprese difficili io fallisco con costanza invidiabile. Dopo una pausa estiva non proprio rilassante, e ripresomi dai dolori e le contratture dei primi allenamenti, ora mi sento un po' più in forma, e il mio corpo inizia a mandarmi dei segnali un po' più promettenti quando giunge il monento di prendere la spada tra le dita. Sì, dita, non mani, schifosi cavernicoli medievali che non siete altro!

In particolare, nell'allenamento del 30/10 sono stato orbato del mio puntaspilli umano, la buona Alessandra, che probabilmente mi odierà in eterno perchè faccio la spia a Giorgio quando mi trapassa da parte a parte in modo inaspettato. Quindi mentre gli altri trecentavano con gioia, io mi sono dedicato a:

  • Rotellare la punta della mia spada attorno ad un punto fisso con movimenti il più possibile circolari, in senso orario e antiorario. Parere: Si è rivelato più difficile del previsto... No, sto mentendo: avevo previsto immediatamente che sarebbe stato impossibile. Suppongo che la pratica mi renderà più compassionevole (nel senso di più simile ad un compasso). Circolare, gente, circolare.
  • Colpire lo stesso punto del piastrone appeso ad una delle spalliere, esibendomi in delicati affondi. Parere: i miei affondi migliorano costantemente. Almeno, così mi dicono... Io ritegno che su 10 ne faccio uno accettabile, gli altri sono affondi, portano la spada più o meno dove voglio io, ma mi scompongo completamente. Secondo problema che non riesco a correggere: lo slancio mi porta a scivolare in avanti, una cosa del tutto incontrollabile. Ritengo che si tratti di pochi centimetri, a giudicare da quanto tempo ci metto ad avvicinarmi tanto al bersaglio da rendermelo percettibile. Ma idealmente dovrei rimanere con la gamba posteriore ferma nello stesso posto. Forse è impossibile in realtà, il pavimento di parquet è piuttosto scivoloso.

Poi, io e Giorgio ci siamo esibiti in alcuni minuti di semi-duello vero e proprio. Per me sono le prime volte, non capisco un cazzo, ma almeno mi accorgo quando le cose vanno male e cerco di interrogarmi sulle ragioni. Con l'utile sostegno del mio istruttore barbuto, mi sono state chiarificate alcune cose:

  • Sono lento come la più classica delle cagoje (detta anche "lumaca di mare"). Parere: Reagisco bene solo quando la memoria muscolare fa il suo dovere, ma l'istinto e i riflessi giusti non li ho ovviamente ancora.
  • Quando sono confrontato da una cosa che non conosco, la ignoro sperando che se ne vada. Giorgio ad esempio si abbassava per evitare i miei colpi. L'ufficiale tedesco che mi fa da Omino del Cervello™ iniziava ad urlare "Nein! Nein! NEIN!" e io mi ritrovavo un po' spiazzato a colpire sopra di lui senza capire cosa fosse successo.
  • Non porto a compimento i colpi. Parere: Perchè mi trattengo? Ancora non l'ho capito, ma non distendo il braccio non faccio un affondo come si deve anche se li so fare. La mia riflessione è la seguente: credo che dipenda dal fatto che mi manca un pezzo, cioè il saper gestire il ferro dell'avversario. Il mio cervello quando mi ritrovo con la spada puntata contro lavora su una maniera per spostarla da me in modo da entrare, ma non so ancora come si faccia. Di fronte a questo vuoto so già che cercare di esibirmi in un attacco frontale risulterebbe nella mia spada deviata e conseguente "morte". Anche io saprei deviare un affondo simile, quindi non lo faccio, e quando decido che è venuto il momento di farlo, è troppo tardi oppure lo faccio in modo riluttante. Credo di ragionare forse "bene" nell'ottica di un duello, ma male in quella dell'allenamento, specie perchè non sono capace di approfittare delle situazioni favorevoli in modo fulmineo.
  • Mi inizio a muovere decentemente. Parere: Improbabile che riesca a tenere i piedi in linea, specie nell'affondo, ma la posizione di guardia credo di riuscire a prenderla e riprenderla bene, finalmente riesco a passeggiare ben piegato sulle ginocchia, per qualche minuto prima che l'anossia e la fatica mi rendessero scomposto ho avuto la sensazione di muovermi BENE durante l'allenamento. Spero non sia solo un'impressione.
Insomma, non credo sarò mai bravo, ma ritengo di essere capace di imparare ancora molte cose.

Commenti

Anonimo ha detto…
Io ti avrei orbato?!? Quando? ma se c'hai le braccia lunghe kilometri e non riesco ad entrarti con un affondo decente nemmeno a corromperti!
Non va male comunque anzi....se mi diverto vuol dire che sei un avversario interessante ( devo ammettere che aiuta anche il fatto che ho iniziato da due mesi e i tuoi movimenti sono decisamente più puliti dei miei "ex trecenteschi").
A giovedì.
Alessandra

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