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The Sultan's Wife by Jane Johnson, recensione italiana/English review

 Questo è l'ultimo libro che ho letto l'anno scorso, ed è stata un'ottima scelta. È un libro sulla schiavitù, l'avventura, gli intrighi e una serie di dettagli disturbanti sulla castrazione umana. Una sua caratteristica fondamentale, forse la più spettacolare, è che è scritto in modo magistrale in prima persona al presente, una sorta di stream of consciousness che resta costantemente "sul pezzo".

Il protagonista, Nous-Nous, è un uomo di cultura, un eunuco, uno schiavo, un segretario - e il suo capo è il più grande sultano del Marocco, un pazzo psicotico di nome Ismail. Il Marocco è stato un grande regno, e a quei tempi era organizzato in parte ispirandosi alle pratiche ottomane (che a loro volta agivano come continuazione di precedenti bizantini, cosa che non tutti vogliono ammettere)... Purtroppo ignorandone alcuni dei ritrovati più geniali. Ismail non sembra essere infatti stato messo al corrente di come lo scopo di un regno sia la sua continuazione, non ha alcuna strategia di endgame che guardi al futuro. Questo è aderente alla realtà storica: dove gli ottomani sono rimasti stabili per un periodo di tempo immenso, il Marocco non ha avuto questa fortuna. Ad esempio, se sei un super leader patriarcale ti potrebbe sembrare un'idea geniale creare un harem e riempirlo di centinaia di donne, alcune mogli, altre concubine. Che buona idea! Soprattutto se fai 1.000+ figli. Gli ottomani sapevano come risolvere questa palude sociale e dinastica, anche senza usare alcuna violenza. Il Marocco invece è volato dritto dritto verso la guerra civile, alla morte di  Ismail.

Gli eventi della storia sono leggermente picareschi, ma è quello che vogliamo da un libro come questo. Il protagonista secondario è interessante quanto Nous-Nous, e la vicenda comprende la giusta quantità di avvelenamenti, guerre, violenze private e pubbliche, per creare tensione e senso di minaccia.

L'unico difetto è che Nous-Nous è un personaggio molto reattivo e non sufficientemente attivo: le sue scelte sono disperate ma prive di ramificazioni e e sempre logiche. Molto spesso se la cava per forza, capacità di sopportazione, o fortuna. Avrei preferito un main character meno piacione e con maggior potere decisionale, capace insomma di prendere una posizione che non sia il classico "gettarsi nelle fiamme per non soffocare nel fumo", tipico di tutti i romanzi d'avventura.

English review
So, this was my last book of 2017, and it was a rather good choice. This book is about unusual adventure, intrigue, Morocco and uncomfortable details about castration. It's brilliantly written in first person and present, and the action unfolds right in front of your eyes. It's not really like the PoV is telling you his tale, nor it is exactly a stream of thought. It's a narrative finely crafted by an author that is doing her utmost to condense the life experience of a human being caught and swept away by the ripples caused by very powerful, crazy people.

Our main character is an eunuch called Nous-nous, a black slave who converted to Islam and lives as a scribe in the court of Morocco's most powerful Sultan ever, Ismail, during the 17th century. It was a remarkable, fleeting moment, if 50+ years of stability can be called such. Some dynastic practices are often weird in the fact they lack any endgame strategy. Ottoman dynamics were time-honed and viable for an immense stretch of time, but Ismail, which is many things but certainly NOT an Ottoman, got just a few pages out of their best-practices book and thought that holding an harem with a smattering of wives and hundreds of concubines was a smart idea. He sired about a thousand children, and when he died after a very fruitful, long reign he sent his country crashing down in civil war. Remarkable, huh?

This book depicts this historical character as a rather lucid, clearheaded madman plagued by bloodthirsty outbursts. It is perfect to mantain tension, and pretty realistic too. Our MC must survive his crazyness, and the crazyness of Ismail's only official wife, fat Zidana, another African. This woman is an horrible pagan monster trapped in the seraglio, and everybody just knows she is a witch and that she poisons swathes of concubines once they get pregnant. She is an historical character: she really existed, and while we don't know the extent of her psychoses, we do know that she wielded a discrete amount of power. She also wasn' really successful at quashing Ismail's fertility for the sake of her children. Ismail also married at least half a dozen more concubines after her, even an Irish girl.

The events are only slightly picaresque, and are fit for any adventure tale. It is not a stupid book by any means, it is very well written and the dialogue is snappy and quick. Nous-nous is a nice main character, he is not that imposing as a protagonist, meaning you won't often be jarred by the sheer individuality of his choices that are often reactive, but he is not faceless, and has a nice evolutionary arc that makes you root for him against all odds.

It's a ruthless book, and it is fast and fascinating. Go on, read it!

originally posted on Goodreads

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