The Orenda è un libro che vale la pena che il cuore umano prova nel leggerlo. Il suo mood non è mai scanzonato, nessuna vittoria è facile, nessuna gioia permanente, vergogna e speranza prendono forme misteriose ed evanescenti e sfuggono all’abbraccio della mente. Non c’è nulla che sembri conformarsi alle aspettative, quando ci si ritrova nella desolazione verde e bianca dell’Ontario e del Quebec del 17° secolo. Immaginatevi una terra esotica: i laghi sono grandi come mari interni, e metà dell’anno è prigioniera sotto metri di neve, con temperature basse abbastanza da uccidere un uomo in pochi minuti. Il resto è un gioiello verde e paludoso, zanzare e black-flies fitte abbastanza che ti conviene affumicarti per tenerle lontane. Il territorio, apparentemente selvaggio, è invece pesantemente antropizzato, al punto che le foreste di quel periodo oggi non esistono più - erano strutturate perfettamente per promuovere castagni americani e aceri dalla linfa dolce, e il sottobosco...
perchè l'hallucigenia non è un'opinione