Inda non è un libro che si può prendere così alla leggera. Per essere un fantasy, infatti, è davvero faticoso - come Herbert, l'autore di Dune, Sherwood Smith non rinuncia a calare il lettore nel vivo del suo mondo senza troppe spiegazioni. Convenzioni per i nomi e per le condizioni culturali e ambientali vengono sparate dritte negli occhi di chi si avventura nel romanzo, così, spietatamente.
Teoricamente, si tratta di un low fantasy, però ci sono delle stranissime regole magiche che di "low" non hanno nulla, e che modificano parecchio i rapporti e le vite dei personaggi (che ci sono abituati), ma che potrebbero confondere il lettore (che abituato non è).
Lo smarrimento iniziale è un difetto? Forse. Ma in questo genere è un compagno di avventure familiare, anzi, rende interessante il processo di scoperta.
Un ulteriore elemento importante, che va a condizionare parecchio l'effettiva possibilità di goderselo è che questo è uno dei rari libri che al giorno d'oggi è ancora scritto in terza persona onniscente. Vale a dire, il punto di vista salta da un personaggio all'altro. È fatto con criterio, ma richiede di ri-abituarsi a questo stile molto amato da Dickens e Tolstoj - e la Sherwood non è priva di sbavature come questi due mostri.
La trama di questo libro, primo di una serie, ha alcuni elementi che ricordano il caro vecchio Ender's Game, ma tanto per essere chiari *non* sto parlando del suo famoso mega-trucco, solo l'ambientazione di giovinezza in un corpo militare. Pur parlando dell'infanzia di una lunga serie di personaggi, non è uno YA. È un libro che va amato e letto con calma, e bisogna consentire ai personaggi la loro crescita. Il lettore non ha tempo di crescere, deve usare tutto il cervello da subito :)
Difetti? Di veri e propri, e non influenzati dai gusti, posso trovarne solo uno: la motivazione ad agire e a comportarsi in un certo modo di un paio di personaggi piuttosto importanti nella trama è leggermente troppo data per scontata, e questo viene esacerbato dal punto di vista onniscente, che finisce per dirti "è così e basta" invece di sviluppare tali motivazioni o rivelarle in momenti clou o climax.
Recensione presente anche su Goodreads
Commenti